Date: Wed, 26 Dec 2012 15:57:24 +0100 From: G. Plain Subject: IL FRATELLINO part 5 IL FRATELLINO CAPITOLO 5 CHI E' IL FRATELLINO? Appena arrivai a casa, suonai il campanello e venne ad aprirmi mia madre. Mi accolse con un sorriso sulle labbra e mi abbracciò entusiasticamente: "Giorgio, siamo molto orgogliosi di te, hai fatto la cosa giusta e sappi che anche se ti hanno rispedito in Italia noi siamo fieri di come ti sei comportato!" - Non capivo l'atteggiamento e le parole stranissime di mia madre, il suo abbraccio, non riuscivo proprio a comprendere a cosa si stesse riferendo. - "Si, è arrivata la telefonata dall'ambasciata americana l'altro giorno, che spiegava i motivi del tuo rimpatrio, per fortuna ha preso la telefonata Giulio perché io come sai non parlo una parola d'inglese! E poi Giulio ci ha spiegato quello che hai fatto, siamo davvero orgogliosi di avere un figlio coraggioso come te nonostante tutto" - Io ero sempre più frastornato, e forse dal mio sguardo si capiva, infatti mia madre continuò dicendo: - "Beh, sembri proprio stanco e confuso, comunque tuo fratello ti aspetta sotto, vai a salutarlo, è molto ansioso di vederti!" - Sotto? Ma nel piano sotterraneo della nostra villetta non c'era nulla se non uno scantinato polveroso che si estendeva per tutta la base della casa, e quindi cosa poteva mai stare a fare sotto Giulio? Scesi con riluttanza le scalette interne che portavano al piano sotterraneo, e quando aprii la porta credetti quasi di aver sbagliato casa: c'era una enorme palestra nel nostro sotterraneo! Erano presenti attrezzi di tutti i tipi, macchine per cardio e per fitness, manubri enormi, specchi in posizioni strategiche e foto di culturisti appese ai muri. Avevo gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta dallo stupore. Notai che addirittura in un angolo era stato ricavato uno spazio chiuso per un bagno e una doccia, che sentivo in funzione. Chiamai "Giulio ci sei?", lui mi rispose da dentro il bagnetto: - "Si fratellone sono sotto la doccia aspettami un momento" La sua voce, sentita di presenza dopo due anni di telefonate, era davvero diversa, di certo non sembrava quella di un ragazzino tra i quindici e i sedici anni... Era piena, risonante, maschile. Nell'aspettare che uscisse dal bagno, iniziai a girovagare tra gli attrezzi, notando che le diverse macchine erano tutte caricate con pesi assurdi, bilancieri con 50kg, 80kg, anche di più su alcuni macchinari strani, come ad esempio la pressa per le gambe che aveva talmente tanti pesi caricati sopra che nemmeno riuscii mentalmente a contarli tutti. Da un lato della sala erano allineati manubri dal profilo ottagonale che mi facevano paura per quando erano grossi e minacciosi... Mentre stavo analizzando tutte queste cose, ero talmente confuso e sbalordito, anche dall'accoglienza precedente di mia madre, che non mi resi conto di quello che stava succedendo dietro di me. Una voce molto profonda interruppe il flusso logico dei miei pensieri: - Beh fratellone, quel manubrio è troppo grosso persino per me! - Mi girai di scatto e... Oh mio Dio, fu tutto quello che fui in grado di pensare. Oh mio Dio... I miei occhi erano in linea con l'apertura dell'accappatoio di Giulio, uno di quelli leggeri da piscina, proprio dove si apriva per fare spazio ai pettorali sottostanti. Due pettorali ampi, con una profonda scavatura in mezzo. Salendo con lo sguardo, il collo non grosso ma slanciato era contornato da trapezi molto sviluppati che sollevavano l'accappatoio ben oltre le spalle... Spalle molto larghe la cui fine da ambo i lati era al di fuori della mia visuale in quel momento, essendo lui molto vicino a me. E guardando ancora più in alto, ben al di sopra della mia linea di visuale normale, trovai il suo volto, capelli biondi tagliati a spazzola e rasati ai lati, molto folti, occhi azzurrissimi che in quel momento mi stavano fissando profondamente, mascella e zigomi abbastanza pronunciati e maschili, e una bocca con labbra molto carnose che si era nel frattempo conformata a formare un malcelato sorriso. Accidenti, il mio fratellino si era trasformato in un vero colosso di ragazzo! L'immagine generale che dava era di un ragazzo molto molto atletico, muscoloso anche se non da bodybuilder, molto bello e intelligente, carismatico... E poi sarà stato alto almeno un metro e novanta, sovrastandomi di tutta la testa e di parte del torace. Vidi la sua mano alzarsi verso il mio mento e chiudermi gentilmente la bocca che era rimasta semiaperta dallo stupore - "Fratellone se rimani troppo a bocca aperta potrebbe entrare qualche animale... ah ah ah" - Io non sapevo cosa rispondere - "Giulio..." - dissi - "...sei... sei diventato enorme" - "Enorme? Ma no fratellone" - rispose lui mentre si sfilava l'accappatoio - "Io sono ancora il tuo fratellino! Guarda!" Detto questo iniziò a togliersi l'accappatoio partendo dalla manica destra, e mentre si spogliava venne allo scoperto dapprima una spalla grossa come un'arancia, quindi il braccio con il bicipite molto staccato e definito, l'avambraccio ampio e sinuoso come una testa di cobra, per non parlare dei pettorali, che ora vedevo nella loro completezza, dalla forma quadrata e definitissima, non ancora sviluppati a tal punto da formare un grosso globo di carne ma staccatissimi dal resto del torace e dotati di capezzoli molto larghi e sviluppati dal colore marrone scuro. Sotto tutto ciò, una sfilza di addominali, striati, perfettamente delineati e tesissimi anche se in quel momento, ci avrei potuto giurare, lui non li stava nemmeno contraendo. Alzò il braccio ormai libero dall'accappatoio e disse "Vedi fratellone, i muscoli iniziano a esserci ma questo è nulla rispetto a quello che voglio diventare!" - Mentre proclamava questo obiettivo flesse il muscolo del bicipite a mo' di Braccio di Ferro, e istantaneamente si formò una sfera voluminosa di muscolo, perfettamente definita sul suo braccio, completamente isolata dal resto e che sembrava vibrare con una forza e una tensione disumane. Continuò a contrarre facendo un mugugno come se ci stesse mettendo più forza, cosa che notai anche per il modo in cui strinse il pugno che aveva portato in alto, e subito sulla punta del bicipite, che era al di sopra della mia testa come altezza, notai che si formò una striatura, come una separazione tra le fibre culminanti del muscolo, che si separò in due distinti picchi parzialmente sovrapposti l'uno all'altra. Cavolo, aveva una definizione spaventosa e una massa invidiabile anche per un ragazzo adulto, senza considerare che era appena un ragazzino quindicenne... - "Vedi fratellone, ancora sono muscoletti... Io voglio diventare davvero enorme invece!" - E abbassando il braccio e rinfilandolo nell'accappatoio continuò: - "Ma quanto sono contento di rivederti dopo quasi due anni! Vieni, fatti abbracciare!" Si lanciò addosso a me e mi prese da sotto le ascelle, sollevandomi e stringendomi a sè come se non pesassi nulla, come se fossi una piuma per lui. Io non potevo fare altro che ricambiare l'abbraccio, stringendo le sue spalle e arrivando a toccare la sua schiena, che sentivo ampia e piena di muscoli in rilievo, mentre percepivo anche i suoi bicipiti e i suoi pettorali premere attraverso l'accappatoio sul mio corpo debole e morbidiccio, non potendo fare a meno di notare come il contrasto tra i nostri corpi fosse davvero incredibile... Il mio fratellino si era trasformato in un fusto ipersviluppato! Ero sconvolto e shockato, ma non era ancora nulla rispetto a quello che mi aspettava quando il mio fratellino mi rimise giù. - Devo dirti due cose, fratellone Giorgio - esordì una volta lasciatomi a terra - la prima è che ho preso la telefonata dall'ambasciata americana che spiegava i motivi del tuo rimpatrio. Sono molto deluso dal tuo comportamento, ma ho pensato di dire ai vecchi che sei stato arrestato per aver difeso un immigrato da un attacco ingiustificato della polizia, così loro hanno deciso che per un po' potrai stare con noi visto che hai agito per il bene ai loro occhi... Ma sappi che mi devi un favore per questo, ok? - Io ero allibito, un ragazzino di meno di sedici anni che praticamente dominava la casa e gestiva i suoi genitori a suo piacimento! - Grazie, Giulio... Non so come ringraziarti, davvero, sono molto pentito di quello che ho fatto ma mi trovavo male e... - Shhh... - Mi interruppe lui con uno sguardo comprensivo e noncurante al tempo stesso - Ti avevo detto che volevo dirti due cose, la seconda è che da quando ho la ragazza abbiamo dovuto risistemare un po' le cose sopra e quindi con il letto grande che ho messo nella stanza il tuo letto ho dovuto spostarlo nel vecchio sgabuzzino in fondo al corridoio... Spero non ti spiaccia troppo ma è l'unico modo per poterti ospitare qui!" - Accipicchia, questa non me l'aspettavo. Non solo il mio fratellino aveva la ragazza, non solo se la portava tranquillamente a casa, come già sapevo, ma addirittura in un lettone tutto per loro nella mia ormai ex-stanza! Ero allibito ma non feci resistenza. Non potevo e non volevo. Era chiarissimo ai miei occhi ormai chi comandava tra noi due... E forse era sempre stato così, anche se io in passato mi ero illuso del contrario. Senza nemmeno aspettare la mia risposta Giulio si girò e fece per salire al piano terra. "Io vado a vestirmi, ci vediamo dopo fratellone! Sono proprio contento che sei tornato sai!?" Per un attimo rimasi a riflettere sbigottito dall'evoluzione degli ultimi eventi. Giulio, il mio fratellino, ormai era diventato un uomo: bello, alto, forte, muscoloso, determinato e di carattere. Io al contrario, nonostante l'età ancora ero un ragazzino debole, impacciato, immaturo e incapace di gestirmi. Dentro di me faticavo ad accettare tutto ciò, ma mi resi conto che avevo questa consapevolezza già da qualche tempo e che probabilmente, se da un lato la cosa mi umiliava e mi intristiva, dall'altro l'ammirazione per il mio fratellino (aveva ancora senso chiamarlo così!?) stava crescendo in me sempre di più. E poi oltre al carattere, all'intelligenza e alla scaltrezza che aveva dimostrato, Giulio si stava costruendo un fisico davvero eccezionale, con muscoli potenti e definitissimi che facevano davvero impressione, specialmente per la sua età. Risalii al piano terra e poi mi diressi verso il primo piano, dove mi andai a sistemare nel ripostiglio, all'interno del quale era stato piazzato il mio letto e qualche mio altro oggetto personale traslocato dalla camera dove ora risiedeva il mio fratellino. Poi mangiammo, anche con il mio patrigno, e devo ammettere che l'esperienza fu più piacevole del solito in quanto Giulio allietò la tavola con i racconti delle sue avventure negli scout, degli ultimi impegni a scuola, dei progressi negli allenamenti, facendo scorrere il tempo velocemente. Anna e Franco, i nostri genitori, erano evidentemente abituati a tutte le sue prodezze, mentre per me fu davvero stupefacente ascoltarlo, sembrava che eccellesse in tutto quello che faceva, dalle attività sportive a quelle scolastiche a quelle organizzative con gli scout. Inoltre, non potei fare a meno di notare quanto mangiava, con una voracità assurda, masticando velocemente e a fondo in modo da triturare come un animale feroce le ampie porzioni di pasta, di carne, di verdure, di formaggi, di frutta, che mia madre volentieri gli metteva di fronte anche due o tre volte, nel tempo in cui noi altri consumavamo la nostra porzione singola. Ero davvero sbalordito. Lui d'altro canto mi trattava con molta dolcezza e affettuosità, come sempre, anche se un paio di volte mi mise in imbarazzo facendo qualche battuta sulle mie disavventure americane, di cui lui era stato mio complice nel raccontare ai vecchi una versione artefatta, strizzandomi l'occhio subito dopo per creare una complicità tra di noi ma anche, forse, per ribadire il fatto che gli dovevo qualcosa per quella protezione agli occhi dei genitori. Al termine del pranzo, mi rifugiai ancora un po' frastornato nella mia stanzetta-sgabuzzino e mi buttai sul letto per un bel pisolino che speravo mi avrebbe ristorato dal jet lag. Mi svegliai qualche ora più tardi, il ripostiglio dove ero stato collocato non aveva finestre e quindi non mi resi subito conto di che ora era. Poi, la mia attenzione venne catturata da un rumore sommesso ma persistente, una specie di gemito che in un primo momento non riuscii a distinguere bene anche se, poco dopo, mi resi conto che era sicuramente la voce di una ragazza che gemeva perché stimolata sessualmente. Incuriosito, uscii dalla mia stanzetta: nel corridoio, subito dopo la mia porta, c'era quella che un tempo era la stanza mia e di mio fratello, che ora era la sua stanza, con la porta spalancata, a seguire si trovavano il bagno e la stanza dei vecchi, con le rispettive porte chiuse. Dalla finestra alla fine del corridoio notai che era buio fuori, quindi probabilmente avevo saltato la cena e si era fatta già notte. Ero talmente incuriosito dai rumori che sentivo ora provenire chiaramente dalla stanza del mio fratellino che non avevo nemmeno pensato di guardare l'orologio che era rimasto sul mio comodino. Mi avvicinai alla porta della sua stanza, e feci capolino di nascosto per vedere cosa stava succedendo dentro: all'interno della stanza filtrava poca luca dalla finestra la cui serranda era chiusa solo per metà, ma sufficiente per farmi distinguere chiaramente la scena che mi si parò di fronte. Il mio fratellino era disteso sul letto e sotto di lui si trovava una ragazza! Appena mi resi conto della situazione, il cuore iniziò a battermi all'impazzata. La ragazza teneva le gambe, dalle anche fino alle ginocchia, alzate verso l'alto addome di mio fratello, e la parte inferiore, dalle ginocchia alle caviglie, aggrappate ai lati della schiena ampia e possente di lui. I piedi della ragazza si fermavano poco prima dei glutei di mio fratello, che notavo ora per la prima volta, molto gonfi, tondi, muscolosi, flettersi a ogni suo minimo movimento. In questo modo la ragazza di mio fratello gli aveva dato il maggiore accesso possibile alle sue parti più intime, e a quanto pare lui sapeva bene che uso farne, visto che il mio sguardo fu come ipnotizzato dal movimento ritmico del suo bacino, che nel pompare su e giù verso di lei, mi dava modo a tratti di osservare la sua virilità, che mi appariva enorme, non solo lunga e carnosa, ma anche molto spessa e larga, dritta, potente, incunearsi con sicurezza all'interno di lei, provocandole quei gemiti che mi avevano svegliato. Il resto del corpo del mio fratellino non era da meno in quel tripudio di mascolinità e sensualità a cui avevo la fortuna di assistere: i quadricipiti lunghi e al tempo stesso definitissimi, i polpacci dalla classica forma a diamante nonostante non li stesse flettendo, i tricipiti contratti ad arco, con i quali si sosteneva puntando i gomiti sul letto, il tutto dava l'impressione che mio fratello non fosse nato che per fare quello che stava facendo in quel momento. Non riuscivo a staccarmi da quella scena spiata che mi stava letteralmente facendo schizzare il cuore in gola dall'eccitazione e dallo stupore, quando ad un certo punto Giulio strinse un seno di lei con una mano e, ad un suo gemito prolungato e più forte del solito, si avvicinò con la bocca stampandole un bacio appassionato, da cui potei capire che la aveva iniziata a penetrare in bocca con la lingua così come stava facendo già da prima nelle zone intime con la sua virilità... Fu in quell'istante che riconobbi lei, non mi ero infatti ancora soffermato sul suo volto, e fu in quell'istante che il mio cuore ebbe un contraccolpo ancora maggiore: era Lucia, la mia compagna di classe del liceo, la più carina della classe, quella che tutti i ragazzi miei coetanei si erano contesi, quella che però era famosa per selezionare ferocemente i ragazzi e che nessuno era mai riuscito a portarsi a letto. Nessuno prima di Giulio, a quanto pareva, un ragazzino di cinque anni più piccolo, un ragazzino ancora minorenne, che a giudicare da come lei inarcava la schiena sotto i suoi colpi potenti e precisi la stava facendo godere non poco! Giulio aumentò il ritmo della penetrazione, delle strette che dava al suo seno, rese il bacio ancora più profondo e caldo, fino a far avere a Lucia una serie di convulsioni e a farle lanciare urla disperate, strozzate solo dal fatto che la sua bocca era tutta avviluppata dalla bocca di lui. Poi il mio fratellino cambiò strategia. A quanto pare, era soddisfatto di quello che era riuscito a fare per lei, e voleva dedicarsi un po' a se stesso. Senza uscire da lei, si alzò con il torace, torreggiando sopra di lei come un bronzo di Riace, e fece una posa di doppi bicipiti, poi chinò il braccio destro mantenendo il muscolo contratto e con la mano sinistra sollevò la testa di lei, che era ancora sotto shock e ansimante. Lei evidentemente sapeva cosa fare, perché non appena la sua testa venne portata a contatto con il bicipite contratto, iniziò a baciarlo e leccarlo avidamente, a ricoprirlo di attenzioni anche con le mani, accarezzandolo, toccandolo, sentendone la durezza, mentre lui, chinata la testa all'indietro, emise un verso animalesco. Evidentemente questo gli dava ancora maggiore stimolo che non la cavalcata che aveva appena portato a compimento! E infatti, ancora chino su di lei, sovrastandola completamente, le spostò la testa sul pettorale, sull'incavo dell'ascella, sui muscoli deltoidi, sulla spalla, sui laterali, facendosi adorare in maniera scrupolosa tutto il lato destro del torace. Anche lui a qual punto stava gemendo non poco, finché non lasciò ricadere la testa di lei sul cuscino, sfilò la sua virilità da dentro di lei, ancora enorme e nel pieno dell'erezione, e se la strinse con entrambe le mani (notai che ne rimaneva ancora un bel po' scoperto prima di arrivare al glande, nonostante le mani grosse del mio fratellino), e mentre fece questo, contrasse allo stesso tempo i pettorali e gli addominali per qualche istante emettendo un altro grugnito. Capii che non era venuto insieme a lei prima, e che per eccitarsi di più e arrivare al suo orgasmo aveva avuto bisogno di una sessione di adorazione dei muscoli. Quella vista era troppo per me, il mio fratellino completamente nudo, coi muscoli lucenti dal sudore e in piena contrazione, con una donna adorante sotto di lui, sentii anche io il sangue arrivarmi nelle vene della faccia, sentii un calore familiare e intuii di essermi bagnato nelle mutande con i soliti due spruzzetti emessi dal mio ridicolo piselletto. Quasi a rispondere a un legame di famiglia, non appena Giulio contrasse i muscoli stringendosi la virilità enorme, partirono numerosi getti di sperma sulla faccia di lei, che era troppo esausta e sconvolta per reagire in alcun modo. Fiotto dopo fiotto, la sua faccia fu ricoperta di sperma e mio fratello, che era in estasi e mugugnava con versi rochi e animaleschi, una volta terminate le sue fatiche si gettò sul letto affianco a lei. Anch'io stavo ansimando, ero sconvolto e eccitato per quello che avevo visto... Tornai facendo il massimo silenzio possibile verso la mia cameretta e cercai di dormire, anche se in testa avevo un solo pensiero: il mio fratellino era ormai diventato uno stallone muscoloso... e dentro di me sapevo che questo non sarebbe stato che l'inizio! FINE CAPITOLO 5 [Se il racconto ti e' piaciuto puoi inviare un commento a: one_plain_guy@hotmail.com oppure iscriverti al gruppo Yahoo: http://it.groups.yahoo.com/group/adoroimuscoli/ dove troverai altri racconti a tematica muscolare in italiano.]