Date: Sun, 8 Dec 2013 15:51:01 +0100 From: G. Plain Subject: IL FRATELLINO part 7 IL FRATELLINO CAPITOLO 7 IL LATO OSCURO - PARTE SECONDA Quando riaprii gli occhi, la prima azione istintiva fu quella di cercare di parare un possibile colpo di mio fratello. Invece mi accorsi di essere stato portato su, nel mio letto, nello sgabuzzino che era diventata la mia stanza. La porta era mezza aperta, e dal corridoio proveniva un fascio di luce: doveva essere giorno dunque, il che significa che ero rimasto svenuto per tutta la sera, la notte e parte della giornata successiva. Dallo spavento e dallo shock mi si era completamente bloccato l'appetito, tanto che non avevo minimamente fame pur sentendomi molto debole, e pur non mangiando dalla colazione della mattina precedente. Provai ad alzarmi dal letto ma "Aarrgh" mi sentii gridare in un rantolo di dolore... Ero tutto completamente indolenzito, in particolare il collo, la testa, la schiena, e il braccio destro su cui ero caduto, che mi faceva un male cane! Mi decisi ad aspettare aiuto nel letto, poi mi ritornò in mente l'immagine di mio fratello (mi accorsi che mentalmente non riuscivo ormai più a chiamarlo fratellino), con i muscoli così pompati, quelle vene di sangue scuro che sembravano uscirgli fuori dal corpo, quegli occhi iniettati di sangue e soprattutto quella reazione così violenta e anomala al semplice fatto di avermi sorpreso ad osservarlo mentre si ammirava i muscoli allo specchio... Avevo ormai capito per certo che faceva uso di droghe, forse steroidi per lo sviluppo muscolare, e in questo era spalleggiato dal padre, il mio patrigno Franco, che conservava tutto l'armamentario nella cassettiera della sua camera da letto. Mentre stavo pensando a tutto questo con un certo gelo nel cuore, entrò mia mamma nello stanzino. Mi guardò e fu felice di vedermi finalmente sveglio, portava con sé un vassoio di cibarie che io sdegnosamente rifiutai, lei mi disse che Franco mi aveva portato su dal sotterraneo dopo che mi ero fatto male coi pesi, e che non mi sarei dovuto azzardare ad usare gli attrezzi senza essere capace ed esperto al riguardo come mio fratello Giulio. Incredibile! Il mio patrigno, evidentemente, aveva sentito i rumori dell'aggressione e dopo essere sceso giù ad evitare che mio fratello mi ammazzasse aveva raccontato una balla a mia madre! Lei poi mi disse anche che Franco mi aveva fatto un checkup completo prima di mettermi a letto, lui aveva esperienza medica per i corsi di primo soccorso che aveva seguito durante la carriera militare, e il suo responso era stato che per quella volta ero stato fortunato a non rompermi nulla, riportando solo qualche contusione e qualche livido... Così avevano deciso di lasciarmi riposare a letto e finalmente mi stavo svegliando, dopo più di dodici ore, essendo ormai mezzogiorno del giorno successivo! Io ringraziai mia madre ma le dissi che essendo così indolenzito ancora non me la sentivo di mangiare, e che preferivo rimanere solo. Lei mi guardò con uno sguardo tra il commiserevole e il preoccupato, mi accarezzò la fronte, e uscì dallo stanzino chiudendo dietro di sé la porta. Passarono le ore, alternai pensieri agitati a uno stato di dormiveglia, mentre molte parti del corpo continuavano a farmi male. Mi rivenne in mente quel ragazzino simpatico e energico che era il mio fratellino da piccolo, e come giocavamo insieme da ragazzini, come lo facevo vincere ogni tanto nella lotta che facevamo quasi ogni giorno, e come erano cambiate le corse nel frattempo... Erano pensieri dolorosi, angosciosi, che per fortuna il sonno interrompeva ogni tanto, lasciando spazio a un'incoscienza ristoratrice... Ad un certo punto venni svegliato dal rumore della porta che si apriva. Riconobbi subito la sagoma di mio fratello, una sagoma alta e dalle spalle larghe quasi quanto il vano della porta stessa. Ebbi un sussulto di paura, e gridai con una voce che risultò essere un gracchio acuto e isterico "No! Vai via!" mentre mi nascondevo terrorizzato sotto le coperte. Lui accese la luce, così mi resi conto che doveva essere passata anche l'altra metà della giornata, poi lo sentii dire con la sua voce così profonda e maschile a cui ero abituato "Fratellone, sono venuto per scusarmi, tirati fuori da sotto le coperte, dai". Era una voce calda e che dava fiducia, allora misi un occhio fuori e lo vidi, era tornato normale, coi muscoli definiti e pazzeschi ma senza quel gonfiore anormale e quelle vene spaventose, era vestito con una maglietta attillata senza maniche che lasciava scoperte le braccia potenti e che aderiva perfettamente ai pettorali e ad ogni cavità degli addominali, subito ne incrociai lo sguardo e ci vidi il calore umano del mio fratellino, a cui ero abituato, quel fratellino che da piccolo poteva chiedermi di tutto senza che fossi mai in grado di rifiutargli nulla... Mi alzai un po' con la testa fuori dalle coperte e gli dissi con voce accorata "Ma come mai, fratellino, come mai...". lui si avvicinò e mi mise un dito sulla bocca "Shhh... non devi chiedere nulla, è solo che quando mi alleno mi lascio trascinare un po' troppo... Per questo non voglio che nessuno scenda, mi devi scusare per la reazione ma ero fuori di me e non controllavo la mia forza... Mi perdoni!?" E poi mi fece uno di quei suoi sorrisi, quelli che mi faceva anche da piccolo, in cui non era solo la bocca a sorridere, ma i denti, le fossette sulle guance, gli occhi, la fronte... Mi sciolsi e feci di si con la testa... Si mise seduto a fianco a me sul letto, occupandone quasi i tre quarti con la sua mole dalle spalle alle gambe, e notai che una sua gamba era grossa quanto e più delle mie due messe insieme, nel frattempo lui mi disse "Devi mangiare qualcosa Gio, sei ancora più debole del solito mi pare" E prese i bocconcini di carne che mia madre aveva lasciato da prima, me li diede, al che io feci per prenderli ma il braccio era ancora troppo dolorante e mi contorsi in una smorfia di dolore... "Accidenti" riprese lui "non pensavo che ti facesse così male, mi spiace davvero, allora stai fermo, ti imbocco io" E così iniziò a imboccarmi, come un fratello maggiore può fare con un fratellino neonato, con la differenza che in questo caso il neonato aveva ventuno anni e restava imbambolato a fissare i suoi bicipiti contrarsi a ogni più piccolo movimento, dal prendere il cibo nel piatto al porgere il boccone... Fu un momento speciale, al termine del quale il mio fratellino ripose il piatto, mi pulì la bocca con un tovagliolino e poi mi prese la testa con le sue mani grandi da dietro la nuca e mi spinse verso il suo torace, per stringermi affettuosamente. La mia fronte si inserì perfettamente tra i suoi pettorali, nella scavatura in mezzo agli ampi fasci muscolari, e sotto al suo mento. Sulle mie tempie sentii i suoi bicipiti stringersi delicatamente, sentii il calore del suo corpo, il suo respiro calmo e il battito del suo cuore, che pompava sangue verso i suoi muscoli, riempire le mie orecchie, sentii la durezza dei pettorali che incastravano sempre più il mio naso, pettorali che racchiudevano una forza e un'energia immensi. Ero felice, avvolto e protetto da un tripudio di muscoli sublimi e perfetti che mi davano sicurezza e che stavano provocando una reazione spontanea anche nelle zone basse del mio piselletto, quando Giulio strinse un po' troppo con le braccia ed ebbi una fitta di dolore sulla schiena: "Aaargh" emisi un rantolo soffocato e sofferente. Lui mi liberò subito dall'abbraccio, con uno sguardo preoccupato, e mi disse "Caspita non pensavo proprio di averti fatto così male, mi spiace così tanto... Ma forse posso aiutarti a stare meglio, sai che negli scout ci insegnano un po' di tutto, mi hanno anche spiegato come fare dei massaggi per decongestionare il dolore da zone contuse, forse possiamo provare!" Era sinceramente intenzionato ad aiutarmi e così acconsentii: seguendo le sue indicazioni tolsi a fatica la maglietta che indossavo, rimanendo in slip (i pantaloni me li aveva tolti probabilmente Franco nel riportarmi su la sera precedente) e mi misi a pancia in giù sul letto. Lui si mise sopra di me con le gambe da una parte e dall'altra, evitando ovviamente di schiacciarmi ma stando sollevato su di me facendo leva sui suoi quadricipiti. Io non vedevo nulla stando a faccia in giù, ma sentii ben presto le sue dita, lunghe, forti e esperte, muoversi sulle ossa e sui pochi muscoletti contusi della mia schiena, sciogliendo nervi annodati e stimolando centri nervosi in modo da procurami rilassamento e piacere. Era davvero bravo, passò dalla schiena alle braccia, muovendosi con delicatezza e maestria, e mentre massaggiava faceva commenti del tipo "Sai fratellone, hai una pelle davvero liscia e morbida", "Che braccia sottili, delicate, carine che hai", "Hai una vita strettissima e molto snella". Io ero molto in imbarazzo, non mi sognavo nemmeno lontanamente di ricambiare i suoi complimenti, ero ancora troppo spaventato dalle sue reazioni violente del giorno prima, inoltre questi suoi apprezzamenti mi coglievano del tutto impreparato! Andò avanti ancora qualche minuto, scendendo sempre più in basso lungo la mia schiena, fino ad arrivare agli slip. Poi senza dire nulla, come fosse la cosa più naturale del mondo, li abbassò e iniziò a massaggiarmi anche i piccoli glutei tondi e morbidi, con l'immancabile apprezzamento "Hai due glutei morbidissimi fratellone, molto sexy davvero!" Io ero attraversato da sensazioni contrastanti: da un lato l'umiliazione di essere stato picchiato e poi imboccato, dall'altra i sentimenti di affetto e piacere del suo abbraccio, del suo sorriso, ora questo essere oggetto delle sue attenzioni: era troppo per me, ero completamente bloccato e incapace di reagire in alcun modo. Solo, sapevo di essere completamente alla sua mercé e di non potergli resistere in nessun modo. Così, quando mi rialzò gli slip e mi disse di girarmi dall'altro lato, non feci nessuna obiezione, e mi girai lentamente su me stesso sempre restando sotto di lui. La prima cosa che vidi nel girarmi fu il suo movimento rapido e armonioso del togliersi la canotta, rimanendo a torso nudo. Era una visione che mi lasciò senza fiato, non avevo mai avuto la possibilità di guardarlo con calma negli ultimi giorni, e soprattutto dall'angolatura dove mi trovavo ora, sotto di lui. Forse lesse nel mio sguardo la mia curiosità, e come per consentirmi di ammirarlo meglio fece un paio di scatti in avanti con le gambe fino a portarsi sul mio petto con il sedere. Fu allora che notai, oltre alle larghissime spalle, ai pettorali pronunciati e squadrati, agli addominali che sembravano scolpiti nel marmo, alle braccia dai bicipiti grossi e pronunciati, fu solo allora che notai anche il bozzo ingombrante che gli gonfiava i pantaloncini, a pochissimi centimetri dal mio viso. A quella vista, a quel mix di muscoli e di mascolinità adolescenziale, anche il mio piselletto reagì inturgidendosi al massimo delle sue limitate capacità, e rimanendo sull'attenti, anche contro la mia volontà, come un soldatino alla presenza di un ufficiale superiore in grado nell'esercito. Tornai con lo sguardo sul suo viso, altissimo sopra di me, che faticavo quasi a scorgere oltre la schiera degli addominali e al di là dei suoi pettorali. Lo vidi osservarmi con uno sguardo colmo di ironia e di desiderio, che mi spaventò e al tempo stesso mi eccitò ancora di più, quando mi disse "Ti ricordi fratellone che appena sei arrivato ti dicevo che mi dovevi un favore per il fatto di averti coperto con i genitori sul motivo del tuo ritorno? Bene, forse ora so cosa chiederti... Sai, sono due giorni che sto senza Lucia e come vedi sono abbastanza carico! Potresti aiutarmi tu... Hai un corpicino che somiglia più a quello di una ragazzina che a quello di un uomo!" A quelle parole, pronunciate con sicurezza, con naturalezza, rimasi di stucco. Fisicamente ero bloccato sotto il peso dei suoi glutei, ampi globi di muscoli durissimi che mi schiacciavano delicatamente l'esile torace, ma ancora più mi sentivo in trappola psicologicamente, incapace di rifiutare la sua proposta ma anche di accettarla tanto mi sembrava sbagliata e immorale... dopo tutto eravamo fratelli! Biascicai a mezza bocca "Ma Giulio... non è giusto... lo sai" Lui mi rispose subito "Andiamo fratellone, non credere che non abbia visto come mi guardi da quando sei tornato dagli Stati Uniti! Non credere che non ti abbia notato l'altra notte e farmi la posta mentre stavo con Lucia! E – spostando lo sguardo all'indietro – il tuo pistolino, anche se di dimensioni minime, si nota dagli slip e non penso che sia d'accordo con te! Ti chiedo solo un piccolo sfogo, nulla di impegnativo, non ti preoccupare!" E detto questo si abbassò pantaloncini e slip con un movimento rapido, facendo uscire di scatto il suo membro enorme e già turgido che mi si scaraventò elasticamente sulla faccia, quasi facendomi male! Dallo shock feci per protestare ma lui approfittò del fatto che stavo aprendo la bocca per piantarmici dentro la sua cappella grossa e incandescente, che si fece rapidamente strada fino alla gola allargandomi con la grossa e rigida asta di carne venosa le labbra quasi fino a farmi male. "Mmmh fratellone, hai delle labbra fantastiche, strettissime, meglio di quelle di Lucia!" e detto questo prese a massaggiarsi i capezzoli, facendoli inturgidire, poi chiuse gli occhi in un gemito di piacere che gli fece ingrossare ancora di più il cazzo, mentre io iniziai a sentire un primo flusso di liquido pre-seminale bagnarmi la lingua e il palato. Iniziò subito un movimento lento e costante di bacino che fece scivolare avanti e indietro il suo membro nella mia bocca, e che provocava, con mia ammirazione estasiata, una contrazione spaventosa dei suoi addominali a ogni millimetro di scostamento, prese poi a contrarre i bicipiti, in diverse pose, ammirandosi per la definizione dei muscoli, la grossezza delle masse, la potenza che ne scaturiva, finché non alzò le braccia in alto, sempre in contrazione, e iniziò a baciarsi e a leccarsi alternativamente la punta dei bicipiti, ora il destro, ora il sinistro, con gli occhi sempre chiusi in un atto di auto-adorazione profonda. Io che fino a quel momento ero stato completamente incapace di qualsiasi reazione, non seppi resistere a questa ulteriore manifestazione di superiorità e di potenza del mio "fratellino" e mi accorsi che il mio cazzetto stava esplodendo in un fremito maggiore del solito, e mi lasciai anche andare ad un mugugno di piacere che risultò particolarmente ridicolo avendo la bocca completamente invasa dal suo membro gonfio e durissimo. Sentendo ciò lui disse senza aprire gli occhi "Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto fratellone, ne ero certo, hai visto!?", al che prese ad accelerare il ritmo del movimento d'anca e a penetrarmi con maggiore intensità, a leccarsi i bicipiti con ancora maggior devozione, fino a che, dopo alcuni istanti, si irrigidì totalmente, pressandomi la gola e la testa sul cuscino con forza, tanto da farmi addirittura male, e contrasse tutti i muscoli, pettorali, addominali, quadricipiti, irrompendo in un "Uuuuuhhhhhhhhmmmhhh" che precedette di pochi istanti dei fiotti copiosi all'interno della mia bocca, abbondanti, densi, che mi riempirono completamente palato, gola, trachea, a tal punto che non riuscii a respirare per qualche istante... Mi sentii soffocare, e iniziai a tossire sul suo cazzone, fino a sentirmi salire il suo sperma su nel naso e giù nello stomaco! Percependo la mia difficoltà si sfilò da dentro di me, eruttando gli ultimi schizzi, che mi colavano sulla fronte e sui capelli, e poi, piegandosi su di me e appoggiando le mani ai fianchi della mia testa disse, ancora ansimante, "Vedi fratellone... Non ci voleva molto... Dai" Poi si piegò ancora di più e mi diede un bacio sulla guancia... Si scostò dal letto e ricoprendosi le parti intime mi disse "Buonanotte..." Fece per andarsene, mentre io recuperavo il controllo della mia mascella e della mia respirazione, quando si voltò e aggiunse "Ah fratellone, dimenticavo: mamma mi aveva detto che avevi avuto problemi a cercare lavoro ieri, allora ho pensato di parlare con il capo della sezione scout e domani ti aspetta per iniziare a fare da segretario nel nostro gruppo. Non stavano cercando nessuno ma visto che ho insistito e che gli ho detto che serviva per mio fratello non ha saputo dirmi di no. Sei contento!?" Quindi mi fece l'occhiolino e uscì dalla stanza. Ero totalmente fuori di me. Rimasi qualche secondo immobile, incapace persino di riflettere su quello che era successo. La mia prima esperienza sessuale degna di questo nome, me la aveva regalata il mio fratellino di cinque anni più piccolo di me. Mi aveva dominato completamente, nel fisico, nella mente, nel carattere: dapprima mi aveva coperto di fronte ai genitori, quindi mi aveva umiliato più o meno esplicitamente, mi aveva aggredito fino quasi ad uccidermi e mi aveva eccitato come mai prima in vita mia, infine mi aveva praticamente violentato e mi aveva persino trovato un lavoro! Sentivo ancora il cuore battermi all'impazzata nel petto, ero esausto, spossato dai troppi, incredibili accadimenti degli ultimi giorni, e stavo per piombare in un sonno finalmente ristoratore, ma le emozioni della giornata non erano ancora finite. Vidi la porta dello stanzino aprirsi di nuovo: era il mio patrigno Franco! Con lui non avevo mai avuto un buon rapporto, e pensai che se mi avesse visto con lo sperma di Giulio sulla faccia per me sarebbe stata la fine! Cercai di ricompormi alla meglio pulendomi con le lenzuola ma lui fece un cenno con la mano "Lascia stare. Ormai non serve più mentire o nascondersi (e qui io iniziai a sgranare gli occhi dallo stupore). Hai visto fin troppo in questi giorni, ed era inevitabile dal momento in cui abbiamo accettato di farti stare qui con noi, dato che non sei ingenuo come tua madre (i miei occhi sempre più sgranati). Vedo che i contatti con tuo fratello, o meglio con il tuo fratellastro (e qui calcò sulla parola) sono diventati intimi (e qui io arrossii non poco). Anche questo era prevedibile e inevitabile, credo. Comunque, anche se non mi sei mai piaciuto, ora forse puoi tornarmi utile. Per adesso riposa, vedo che sei ancora spossato dopo l'incidente di ieri. Da domani, sappi che entrerai anche tu a far parte del progetto." E detto questo, risoluto e misterioso come solo un militare sa essere, uscì dalla stanza. Quella notte dormii molto poco, e fu un sonno nervoso e agitato. FINE CAPITOLO 7 [Se il racconto ti e' piaciuto puoi inviare un commento a: one_plain_guy@hotmail.com oppure iscriverti al gruppo Yahoo: http://it.groups.yahoo.com/group/adoroimuscoli/ dove troverai altri racconti a tematica muscolare in italiano.]