Date: Tue, 7 Jan 2014 19:00:48 +0100 From: Lenny Bruce Subject: L'Isola del Rifugio 17 DISCLAIMER: The following story is a fictional account of young teenage boys who are in love. There are references and graphic descriptions of gay sex involving minors, and anyone who is uncomfortable with this should obviously not be reading it. All characters are fictional and any resemblance to real people is purely coincidental. Although the story takes place in actual locations and establishments, the author takes full responsibility for all events described and these are not in any way meant to reflect the activities of real individuals or institutions. The author retains full copyright of this story. Nifty needs your donations to provide these wonderful stories: http://donate.nifty.org/donate.html Questo è il diciassettesimo dei diciotto capitoli che compongono il romanzo. CAPITOLO 17 - La pace di Venture Island 28 dicembre 1950 Arrivarono in idrovolante la mattina del terzo giorno. I ragazzi sentirono il rumore dell'aereo molto prima che potessero vederlo. L'idrovolante, del tutto simile a quello che si era schiantato, fece un giro sull'isola, poi si avvicinò alla laguna, planando e ammarando con grazia. Sfruttando l'abbrivio si avvicinò fino a pochi metri dalla riva. Dalla carlinga saltarono fuori due uomini che scivolarono in acqua. Si diressero subito verso i resti dell'altro idrovolante che esaminarono con attenzione, solo allora cominciarono a guardarsi attorno. Uno era alto e grasso, l'altro più piccolo e magro. Erano filippini. Faceva uno strano effetto udire quelle voci, così diverse, penetranti e profonde, rimbombare fra gli alberi. Come Diego aveva anticipato erano stati inseguiti e trovati dagli Huk che avrebbero parlato il tagalog, perciò era indispensabile che lui fosse là a capire quello che dicevano. I due si inoltrarono nella foresta, seguendo il sentiero. I ragazzi avevano previsto anche questo. Avrebbero trovato subito le Tommy's Falls, scoprendo anche la casa. Il problema era cosa avrebbero fatto quando l'avessero vista, la reazione che avrebbero avuto trovando una traccia così evidente che l'isola non era deserta come pensavano, ma abitata e chissà da chi. Tutti insieme avevano ripulito la spiaggia, facendo sparire ogni traccia del loro passaggio, compresa la 'Spirit of Venture' che con una certa fatica era stata nascosta dietro la roccia e forse gli uomini non l'avevano ancora notata. Il sentiero verso la radura restava però segnato da mesi di andirivieni e là c'era poco da mimetizzare. Infatti i due l'avevano individuato subito e si erano infilati senza esitare nel varco aperto nella vegetazione. Loro si erano nascosti fra le siepi che incorniciavano la radura e li sentirono arrivare. All'inizio Richard aveva insistito perché almeno Tommy, Teodoro e Diego se ne andassero da un'altra parte, ma proprio Diego aveva insistito per restare, perché avrebbe potuto capire quello che i due dicevano. Teddy poi non si era voluto separare dal fratello e anche Tommy aveva chiarito che non si sarebbe mai allontanato da Manuel e soprattutto da Richard. Avevano convinto i due piccoli a mettersi un poco più lontani, ma sempre tenendosi a tiro di voce. E infatti erano andati un poco più in alto, sul pendio. I due arrivarono in fretta al termine del sentiero. "Oh signore, madre santissima!" fu l'esclamazione dell'uomo grasso quando lo scenario delle Tommy's Falls si aprì davanti ai suoi occhi. Anche l'altro fu sorpreso vedendo l'enorme mangrovia troneggiare nella radura, il laghetto e la cascata, ma la loro meraviglia fu di breve durata, perché erano evidentemente poco inclini ad apprezzare le bellezze della natura, perciò cominciarono subito a guardarsi attorno. La casa non era subito visibile da dove si trovavano, ma passarono davanti al posto dov'era il focolare e notarono le tracce di cenere che i ragazzi non erano riusciti a cancellare. Quando s'avvicinarono alla base dell'albero, si accorsero dei pali che reggevano il pavimento e alzarono lo sguardo. "Questa è una casa!" "E sembra fatta bene!" Diego bisbigliava a Richard la traduzione. "Eh, diavolo, se è grande!" disse il magro. "Gutierrez" urlò il grassone "Figlio di puttana, vieni fuori! Lo sappiamo che sei qua!" "E se fossero tutti morti?" "E questa casa, chi l'ha fatta?" Quello magro lo guardò senza capire. "Certamente non è stato un uomo da solo con due ragazzini e non in quattro giorni!" "Già... Gutierrez..." urlò quello magro "chi altro c'è con te?" Richard sentì Teodoro gemere e cominciare a piangere. Fece segno a Kevin di farlo stare zitto, di cercare di allontanarlo assieme a Tommy. Quello più agile cominciò a scalare il tronco della mangrovia e raggiunse facilmente la botola. La sfondò a pugni, senza badare al chiavistello che la bloccava e che avrebbe potuto essere facilmente aperto. Mike si fece scappare un brontolio che si confuse con i rumori della foresta. Con qualche sforzo, il filippino riuscì ad entrare in casa. "Vieni a vedere!" gridò subito al compare. "Non c'è una scala?" I ragazzi l'avevano nascosta nella foresta. "No, qua non ne vedo!" "E allora, come credi che faccia a salire? Vuoi tirarmi tu fin là sopra?" "Cristo, ma qua c'è proprio di tutto. Ci sono perfino dei libri, sembrano cose di scuola!" Si udì distintamente il tonfo di alcuni libri che cadevano e fu il turno di Richard a sobbalzare. L'idea che i suoi adorati libri fossero profanati dalle mani di quell'uomo gli dava la nausea. "Guarda che altro c'è e non perdere tempo" urlò spazientito il grosso "e controlla che non ci sia nessuno in casa." "Ci sono dei letti... cazzo! Ehi, si trattano proprio bene, sono tre, ci sono tre letti e hanno pure le lenzuola, cazzo! E sono letti matrimoniali. Ah, ah, ci saranno femmine in giro!" "Tu guarda soltanto se c'è qualcuno nella casa e soprattutto cerca i soldi. Vedi se ci sono quei cazzo di soldi! E non perdere altro tempo." urlò spazientito da sotto. "No, qua non c'è nessuno" ancora rumori di mobili rovesciati "niente soldi, niente persone, non c'è niente che ci interessi" si sentirono altri tonfi e fu la volta di Kevin a sospirare. "Non perdere altro tempo! Dobbiamo tornare in fretta alla nave, altrimenti quelli se ne andranno. Siamo senza radio, lo sai. Ci aspetteranno solo fino a stasera!" Finalmente l'uomo saltò giù. "Dove credi che siano?" chiese, guardandosi attorno e si capiva che pendeva dalle labbra dell'altro, che pareva più scaltro. "Saranno qua intorno, no?" e poi improvvisamente alzò la voce "A sentire quello che diciamo... Gutierrez vi ha istruiti bene, non è vero? Quando hanno sentito arrivare l'aeroplano, si sono nascosti. E bravi! Ma vi troveremo, non temete!" "Chi saranno?" "Dei naufraghi naturalmente, oppure sono giapponesi che credono di essere ancora in guerra! Vediamo" fece due conti "ci sono almeno sei persone sull'isola... no? Hai detto che là sopra c'erano tre grandi letti." "Si, però uno è grande il doppio degli altri!" "E che c'entra adesso? Che vuoi dire?" "Solo che uno dei letti è grande il doppio" insisté l'uomo. "Credo che Gutierrez stia nascosto con i ragazzini, assieme ai naufraghi! L'aereo era in cattive condizioni, ma i traditori" e qua alzò la voce "i traditori non muoiono facilmente! Avanti, cerchiamoli, sento che sono qua attorno!" "E se sono armati?" chiese l'altro. "Non credo. Ci avrebbero già ucciso!" "Ma Gutierrez era certamente armato!" "E smettila, cazzo! Cerchiamoli, piuttosto!" "Sei sicuro che siano qua attorno? Potrebbero essere ovunque sull'isola!" "So che sono qua. Non si sarebbero allontanati, sarebbero stati troppo curiosi. Se sono naufraghi avranno voglia di vedere altre persone, no? Credi che dei naufraghi scappino se sentono arrivare un aereo?" "No, ma Gutierrez potrebbe averli convinti o minacciati." "Lui da solo con i due ragazzini?" "Se è arrivato vivo!" "Attorno all'aereo non c'era traccia di cadaveri!" "Quella notte c'era una tempesta fortissima e Gutierrez ha perso la rotta, altrimenti non sarebbe venuto in questa direzione. Adesso può essere ovunque sul fondo del mare o chissà dove." "No, sono tutte stronzate! Non si è certamente gettato dall'aereo" fece il grassone, molto più risoluto "E i soldi dove sono? Eh?" "Boh!" "Credi l'aereo abbia volato da solo fino a questa maledetta isola! No, io lo so che quello è arrivato fin qua! E che è vivo! Nell'ultimo S.o.s. che ha lanciato era a meno di dieci miglia da qua!" "E tu come lo sai?" "Ha dato la posizione!" "Non me l'avevi detto! Gutierrez ha dato la posizione dopo averci venduto agli americani? E per tutti quei soldi?" chiese incredulo. "Si, perché cercava di salvare i figli. Se fosse stato da solo, non l'avrebbe fatto, piuttosto sarebbe morto in mare, all'inferno, portando con sé i soldi, ma aveva i ragazzi con sé e ha cercato di raggiungere l'isola. E prima di precipitare o di tentare l'ammaraggio nella laguna, ha inviato la richiesta di soccorso, anche se sapeva che c'eravamo noi ad inseguirlo e l'avremmo ascoltato! Una richiesta di soccorso!" e scoppiò in una risata che fece rabbrividire tutti quelli che l'ascoltavano. "È stata la tempesta a scombinare i suoi piani!" e rise sguaiatamente anche l'altro compare. Si avvicinarono alle siepi che circondavano la radura. "Gutierrez, pezzo di merda, vieni fuori! Tanto ti troveremo!" Fu in quel momento che Tommy scivolò, finendo praticamente tra i piedi dei due. "Teodoro" disse quello magro afferrandolo e voltandolo. "Non vedi che è americano?" lo corresse l'altro "Adesso ci dirai tutto, vero ragazzino?" disse in grassone in un inglese stentato. Tommy tremava come se avesse la febbre e per la paura si era bagnato il davanti dei pantaloni. Tremava tanto che non sarebbe riuscito a parlare, anche se avesse voluto farlo. Intanto l'uomo non smetteva di scuoterlo. "Adesso andrò a parlargli" bisbigliò Richard rivolto a Kevin e Mike "voglio la vostra parola che qualunque cosa accada non interverrete!" "No!" dissero insieme i due. "È un ordine! Ed è il più sacro e inviolabile! Voglio che mi giuriate che non farete nulla se non vi chiamerò! Anche tu François e dillo ai ragazzi! Dovete intervenire solo se ve lo chiederò io. Cercherò di mandarli via!" "È pericoloso" piagnucolò Kevin. "No, papà" disse Mike. "Devo andare a parlargli! Tommy è spaventato!" In quel momento si sentì un urlo di dolore del ragazzino. "Giurate!" li incitò Richard. E ai tre non restò che ubbidire. Il grassone lo teneva per il collo e gli stava tirando i capelli. "Lasciatelo, lui non sa niente" disse Richard con voce calma. "E tu chi sei?" "Mi chiamo Richard Bonham e sono naufragato su quest'isola in agosto. Noi siamo americani. Lasciate andare il ragazzino, per favore!" Tommy lo guardava con occhi imploranti. Tremava ancora un poco, ma l'apparizione di Richard l'aveva calmato. "Parlate con me, vi dirò quello che so, ma lasciate andare il ragazzino." "Vieni, americano! Avvicinati!" Quando Richard fu abbastanza vicino, quello magro gli tirò un calcio all'inguine e con un pugno al volto lo atterrò. Tommy urlò, mordendo la mano che lo teneva stretto. Sorprendendo il grassone, riuscì a sfuggirgli e a sparire nella foresta, mentre l'altro si accaniva a calci contro Richard. "Così lo ammazzi. Prima deve parlare!" Lo svegliarono con una secchiata d'acqua. Richard si sentì afferrare per le braccia e sollevare, fino a ritrovarsi in piedi. L'uomo lo immobilizzava tenendolo da dietro, mentre il grassone gli roteava i pugni davanti alla faccia, per poi colpirlo sotto lo stomaco o tirargli schiaffi al volto. "Dove sono i soldi?" diceva, intervallando i pugni, che non erano troppo forti, ma facevano ugualmente male. "L'uomo è morto, i due ragazzini sono morti, li abbiamo sotterrati tutti" riuscì a dire Richard. "Dove sono i soldi, eh?" chiedeva l'uomo continuando a dare pugni. "Non... lo so!" fece Richard con un sospiro, perché il fiato se n'era andato tutto. "Si che lo sai..." e gli tirò un pugno più forte che fece piegare Richard. Poi un altro sotto il mento e la testa scattò all'indietro. Richard era certo che se gli avesse dato i soldi, l'avrebbero ammazzato e Tommy assieme a lui. E poi tutti gli altri. In quel momento negare gli parve l'unico modo di prendere tempo, sperando che gli altri capissero che forse era ora di intervenire. Gli Huk erano solo in due e poco propensi ad andarsene spontaneamente. Loro, per quanto ragazzi, erano in undici e quella era la loro isola! Sperò che facessero in fretta. L'uomo grasso sfilò il coltello che teneva agganciato al cinturone e glielo passò davanti agli occhi. "Adesso mi dirai dove sono i soldi, oppure questo coltello sarà l'ultima cosa che vedrai..." e nel dirlo avvicinò la lama proprio sotto l'occhio sinistro, passandola sulla pelle e lasciando una scia di sangue per il taglio che gli stava facendo. "Ecco... ora gli resterà la cicatrice..." mormorò Kevin. Poi, come se fosse ipnotizzato o stesse vivendo un sogno, oppure si trovasse davvero in un altro mondo, in una dimensione diversa, dove ciò che vedeva non stava davvero accadendo, si alzò lasciando il suo nascondiglio e con passo calmo, quieto, si diresse verso il filippino che stava torturando Richard. Fu un miracolo che non producesse alcun rumore, neppure un fruscio, anche se si muoveva sull'erba. I due non lo sentirono arrivare. Fra le mani teneva stretta una delle mazze che Mike aveva costruito per il baseball, fatta di legno duro, da un paletto dell'albero del pane. Prima che l'uomo grasso avvertisse il pericolo e riuscisse a voltarsi o che l'altro potesse avvertirlo, gli aveva fracassato la testa con un colpo violentissimo, la cui forza parve un mistero a lui stesso, anche in quel momento particolare, in cui la mente era come oscurata da quello che gli occhi non volevano più vedere. Quell'uomo cattivo era morto, prima ancora di cadere per terra. Sul cranio pelato adesso aveva una specie di concavità e lui sapeva che nessuno può vivere con la testa ridotta in quelle condizioni. Il cadavere cadde addosso agli altri due, facendogli perdere l'equilibrio. Solo allora e per non finire a terra, quello più magro lasciò andare Richard che crollò sotto il peso del morto, restando tramortito per la caduta e per i colpi che aveva ricevuto. Dietro Kevin si era mosso anche Mike, armato dello stesso coltello con cui sgozzava quei pochi uccelli che si erano decisi a mangiare. Aveva seguito Kevin, ma non era in trance come lui, perciò aveva puntato dritto verso l'altro filippino. L'uomo capì di essere seriamente in pericolo e sarebbe scappato nella foresta, se Manuel, sbucato da chissà dove, non l'avesse colpito in mezzo alla faccia con l'altra mazza da baseball. Fu un movimento così fulmineo che l'uomo parve chiedersi da dove arrivasse il colpo, da dove spuntasse l'altro vendicatore, ma la botta era stata meno efficace di quella data da Kevin, tanto che quello ebbe il tempo di portare la mano alla pistola che teneva infilata di dietro, nella cintura. Mike allora gli piantò il coltello appena sotto lo sterno, proprio nella pancia che era rimasta senza protezione. L'uomo fece qualche passo indietro, incredulo che tutto ciò stesse accadendo proprio a lui, su un'isola che si aspettavano deserta. Barcollando, indietreggiò fino al bordo del laghetto e cadde in acqua. Era accaduto tutto in pochi secondi. Richard era a terra, privo di conoscenza, con la faccia e la camicia coperte di sangue, in parte suo, in parte dell'uomo che gli era finito addosso. Mike e Manuel si guardarono smarriti. L'altro uomo giaceva sul fondo del laghetto, con gli occhi spalancati, meravigliati, a braccia e gambe aperte, la pistola ancora stretta in una mano. Kevin tremava. Sull'isola era sceso un silenzio innaturale, rotto soltanto dal sommesso guaito di Hook, spuntato da chissà dove. François fu il primo a riprendersi e corse a soccorrere Richard. Con qualche difficoltà gli tolse di sopra il corpo dell'uomo grasso e gli prese la testa, cercando di fermare con le mani l'emorragia dal taglio che aveva sotto l'occhio. Gli colava sangue anche dal naso, finendogli sul petto. "Terry..." urlò "voi ragazzi correte a prendere la cassetta del pronto soccorso" gridò "Diego, porta via Teddy e Tommy!" Kevin si era accoccolato e guardava verso Richard con gli occhi sbarrati, anche Manuel si era avvicinato e tremava. "François, fratellino..." Mike balbettava e si muoveva come se avesse perso l'orientamento. "Ragazzi!" urlò allora François "Manuel, ti prego, almeno tu. Stai calmo! Tu ce la puoi fare! Cerca di portare via Kevin e Mike!" "Richard? Come sta? È morto?" disse invece Manuel senza accennare a muoversi. "No, scemo, è vivo. Non vedi che perde sangue? E fra un po' starà meglio, quando gli avrò medicato questa ferita!" Cercava di tenere uniti i lembi del taglio e di rianimare Richard che gli pareva davvero morto. "Dai, Manuel... forza! Porta via Kevin e Mike" ripeté "anche tu, piccolino, vai, vai con Manuel, fai il bravo adesso!" disse a Mike che parve ascoltarlo, perché si mise accanto a Manuel in attesa che si decidesse a muoversi. Con Kevin non fu possibile, perché non voleva saperne. Manuel tentava di prendergli il braccio e lui gli sfuggiva, con movimenti improvvisi. "Va bene, porta via soltanto Mike per il momento, Kevin se ne starà buono" acconsentì François alla fine e così Manuel accompagnò Mike dall'altra parte del laghetto. Nel frattempo i tre avevano portato la cassetta del pronto soccorso e finalmente François riuscì a mettere un tampone di garza sotto l'occhio di Richard. La faccia era come una maschera, piena di sangue e gonfia, ma a parte il taglio non parevano esserci altre ferite, se non le abrasioni dovute ai colpi che aveva preso e le tumefazioni che si stavano già formando. Finalmente Richard parve rianimarsi. Sbuffò un poco, si mosse, fece per alzarsi, ma ricadde esausto fra le braccia di François. "Mi fa male la testa!" balbettò, per quanto possibile, perché aveva già le labbra gonfie "Mi fa male tutto!" Vedendolo muoversi e parlare, Kevin si rianimò. Sorrise, si guardò attorno e poi se ne andò. Nessuno parve badargli in quel momento. François era impegnato a medicare le ferite di Richard, Terry e Angelo l'aiutavano. Joel fu l'unico ad accorgersi di quella specie di fuga, anche lui era troppo emozionato per reagire e seguirlo. Annotò mentalmente la direzione e il fatto che Kevin camminava tranquillo come se si avviasse a fare una passeggiata. "È solo un taglio questo, papà" diceva intanto François con voce calma "non credo sia il caso che ci avventuriamo a mettere dei punti. È proprio sotto l'occhio, ma non è profondo!" "Quanto è lungo?" chiese Richard. "Quasi tre centimetri ed è superficiale. Ehi... ma tu ci vedi?" Richard con qualche difficoltà riuscì ad aprire l'occhio ferito e subito lo richiuse con una smorfia: "Si, si, ci vedo, non ti preoccupare!" "Allora ti disinfetto il taglio e tutto il resto. Poi basterà che stai attento e si rimarginerà!" "Vedrai che sarà così!" l'incoraggiò Richard "Speriamo!" "Adesso datti da fare..." e strinse i denti in attesa di tutto il bruciore che avrebbe sentito. François fece più in fretta e meglio che poté, ma alla fine Richard era stremato. Si era lamentato ed aveva gridato di tanto in tanto, aveva anche lanciato, con l'occhio ancora aperto, degli sguardi attorno a sé, ma non aveva visto quello che cercava. "Dov'è Kevin?" chiese alla fine in un sussurro. "Si è allontanato da quella parte" fece Joel indicando la spiaggia. Richard fece per alzarsi. "Mi fa male tutto..." disse e si riadagiò cautamente sull'erba. "Andrò io a cercarlo" fece François, accarezzandolo sul torace, dove non c'erano lividi "Tu resta qua e cerca di calmarti. Joel stai accanto a lui" e lo fece sedere in modo che Richard gli posasse il capo sul grembo, mentre Joel gli accarezzava i capelli. "Sto meglio adesso, ragazzi" borbottò Richard in un tentativo poco riuscito di tranquillizzarli. François intanto si guardò attorno, cercò gli altri, per capire dov'erano tutti. I due morti potevano aspettare. Manuel e Mike se ne stavano ai bordi della radura, immobili, con gli occhi sbarrati e lo fissavano. Terry e Angelo, forse meno scossi, inginocchiati accanto a Richard e Joel, aspettavano di sapere cosa fare e toccava a lui dirgli qualcosa, dare istruzioni, rimettere il mondo in movimento. In quel momento arrivò Diego che teneva le braccia sulle spalle di Teddy e Tommy. "Papà!" urlò Tommy divincolandosi e correndo ad inginocchiarsi anche lui davanti a Richard "È tutta colpa mia, mi dispiace... se non fossi caduto... mi dispiace..." Il piccolino era disperato e urlava, stringeva la mano di Richard, tremava, finché Manuel non corse ad abbracciarlo. "Vieni piccolo, vedrai che papà starà bene. Adesso è solo stanco. Si sta riposando. Non vedi che dorme?" Richard intanto aveva aperto l'occhio buono e tentò un sorriso che parve convincere Tommy e consolò moltissimo Manuel. "E non è colpa tua" aggiunse Richard con un filo di voce "se non fossi caduto tu, ci avrebbero trovati e sarebbe stato peggio, perché cercarci li avrebbe fatti arrabbiare di più!" "Mi perdoni, papà?" "Si" mormorò Richard tornando ad assopirsi con le carezze amorevoli di Joel, mentre Terry e Angelo gli tenevano ciascuno una mano. "Terry, Mike, vi prego, tirate quel bastardo fuori dall'acqua... ci sta sporcando di sangue tutto il laghetto" urlò François, nell'intento di dare a tutti qualcosa da fare e il modo di distrarsi "Mettetelo vicino al grassone! Penseremo dopo a cosa farne!" Aveva un po' ripreso il controllo di sé. "Io vado a cercare Kevin! Voi lavatevi tutti la faccia e le mani. Anche tu, Joel! Dopo che Manuel si è lavato e ha lavato Tommy... prenderà il tuo posto a sorreggere Richard. Tommy deve lavarsi tutto, Manuel! " Vide Mike muoversi, avvicinarsi al laghetto, per eseguire le istruzioni. Gli andò vicino. "Mike..." l'accarezzò sulla guancia "devi essere forte, piccolo mio!" "Va tutto bene, fratellino! Hai ragione quello era un altro bastardo! Non mi dispiace di averlo ucciso!" Quello era stato facile, pensò François, adesso veniva il difficile e si incamminò verso la spiaggia. Kevin era seduto sulla sabbia a poca distanza dall'acqua e guardava lontano, oltre la laguna. François gli si sedette accanto e gli mise il braccio sulla spalla. Kevin non si allontanò, non reagì, spaventando un po' François che avrebbe preferito sentirlo urlare e disperarsi. "Hai difeso il tuo uomo" gli sussurrò in un orecchio "hai fatto quello che era giusto fare, fratello!" "Oh, io questo lo so..." disse con voce piana " ma sono lo stesso un assassino, no? Andrò in galera, vero? E Richard non mi vorrà più..." "Lui ti ha cercato... mentre lo medicavo, si guardava attorno continuamente e l'unica cosa che ha chiesto, prima di addormentarsi è stata 'Dov'è Kevin?'. Te lo giuro, fratello!" "Davvero?" Dentro Kevin qualcosa cominciò a muoversi. A François parve di sentire, di vedere. Kevin alzò la testa di scatto per guardare François. "Hai detto che mi ha cercato? Allora non è arrabbiato con me? Io ho rotto il giuramento!" "Lui è il tuo uomo, tu l'hai salvato e lui questo lo sa!" "Io non potevo restare fermo!" "Gli avrebbero cavato gli occhi, Kevin! Il giuramento non valeva più!" "Come sta adesso? Andiamo... sta soffrendo? Avrà tanto male!" E nel dirlo si alzò e corse verso la radura. François lo seguì muovendosi il più velocemente possibile, per quanto lo permettesse la sua gamba. Quando raggiunse con calma la radura, attorno al laghetto la scena era piuttosto insolita. I due corpi erano stati spostati di lato e coperti da un telo, l'acqua del laghetto non mostrava più tracce di sangue e i ragazzi erano tutti fermi, chi seduto, chi in piedi, come in un tableau vivant a riproporre una scena della deposizione. Al centro c'era Richard, il corpo riverso, assopito fra le braccia di Kevin, mentre Manuel gli teneva una mano e Tommy, inginocchiato accanto, l'accarezzava. "Vi siete lavati?" fece François rompendo insensibilmente l'incanto. Tutti si affrettarono a rassicurarlo. Tommy si alzò immediatamente, abbassandosi i pantaloncini appena indossati, per mostrargli quanto fosse pulito. "Che ne facciamo di quei due?" chiese Terry. "Non lo so, aspettiamo che Richard si svegli" disse François "per il momento mettiamoli nei sacchi e portiamoli al cimitero. Credo che dovremo seppellire anche loro!" "Lo faremo solo perché altrimenti puzzerebbero..." Mike parlò inaspettatamente e con una veemenza che François non si sarebbe aspettata. "Io li darei in pasto ai pesci..." suggerì Joel. "Ma noi mangiamo i pesci!" urlò Tommy. "Basta! Aspettiamo di sentire cosa ne pensa Richard." "Che ne sarà adesso di noi?" chiese Diego. "Non lo so, ma ne parleremo, fra un po'!" In quel momento Richard aprì l'occhio buono, sorrise a Kevin e si sollevò un poco, a mostrare che voleva un bacio. Kevin gli sfiorò le labbra con le sue. "François ha ragione, dobbiamo seppellirli" disse. "Arriverà qualche altro a cercare i soldi oppure questi due e noi non possiamo farci trovare, perché ci ucciderebbero. Però possiamo dargli i soldi e sperare che se ne vadano" disse Manuel tutto d'un fiato. "Vorranno sapere che fine abbiamo fatto noi due" disse Diego. "Diego ha ragione" ammise Manuel. "Che facciamo, Richard?" chiese Mike, sempre più inquieto. "Per oggi possiamo solo seppellirli, anche se erano uomini molto cattivi. Non possiamo lasciare i loro corpi all'aperto, a corrompersi." "Ragazzi, aiutatemi" fece Mike rassegnato "Terry prendi delle vele per avvolgerli, li porteremo al cimitero." "E scaveremo altre due fosse!" aggiunse Terry. "Di questo passo non avremo più vele!" borbottò Joel. Richard rimase colpito dal cinismo con cui discutevano e scambiò uno sguardo consapevole con François. Avrebbero dovuto parlarne, ma era anche vero che per quanto fossero tutti così giovani la morte li aveva sfiorati tanto e troppo spesso in quei mesi. François gli si inginocchiò accanto. "Si chiama assuefazione, papà. Quanti ne abbiamo seppelliti? Pensavi che non ci abituassimo?" "Hai ragione, François, è che sono ancora dei bambini!" "Quando questa avventura sarà finita, nessuno di noi lo sarà più. Anche se dovesse finire domani!" E non immaginava quanto fosse vicino alla verità. TBC *** lennybruce55@gmail.com Il nome 'Lenny Bruce' è presente nella sezione "Stories by Prolific Net Authors" (http://www.nifty.org/nifty/frauthors.html) con l'elenco degli altri romanzi e racconti che ho scritto e pubblicato su Nifty. Nifty needs your donations to provide these wonderful stories: http://donate.nifty.org/donate.html