Date: Mon, 15 Nov 2010 21:54:17 +0100 From: solostran1978 Subject: Autobus-1 Autobus-1 Disclaimer: This story is fiction. All persons depicted are just names, all actions are fiction. It deals with sex between consenting consenting males. Any person under 18 or if you find this type of story offensive, or viewing this material is illegal where you are, then please do not read it ! [Encounters][Non-English] Scendo dal treno ed esco dalla stazione. Fa un caldo boia e lo zaino troppo pensante mi sta segando in due le spalle. Alla fermata dell'autobus ci sono un mucchio di persone. Merda, come al solito ha saltato la corsa. Quando il pullman arriva la gente si accalca e riesco a salire per ultimo. Le porte si chiudono. L'aria condizionata non funziona e si boccheggia. Iniziamo a muoverci ma dopo pochi metri siamo fermi: c'è il semaforo rosso. Un ragazzo biondo con i rasta si avvicina e inizia a battere contro il vetro. L'autista apre la porta davanti a me e per qualche istante torno a respirare. Il ragazzo sale ma siamo così stretti che gli sono praticamente a dosso. "Scusa" Muovendomi gli ho tirato una gomitata. Metto a terra lo zaino guadagnando un pò di spazio. Lui è stato più furbo di me. Anziché indossare jeans, camicia e felpa ha scelto un paio di bermuda e una maglietta senza maniche. L'unica cosa che stona nel suo abbigliamento sono le scarpe. A luglio un paio di Adidas alte non sono il massimo. Uno di quei modelli anni '70 che vendono da Footlocker. Io almeno ne indosso un paio estive. Dai rasta, il piercing all'orecchio e la collanina tribale mi sa tanto che frequenta i centri sociali. Il mio sguardo si sofferma sulle scarpe. Sono vissute, la pelle bianca è consumata in più punti e ci sono i tipici segni neri dovuti all'uso prolungato. La mia fissazione feticista inizia a prendere il sopravvento. Ho sempre avuto delle fantasie erotiche che riguardavano i ragazzi con indoso un paio di Adidas. Senza rendermene conto inizio a immaginarlo nudo. Le gambe sono muscolose e anche la parte superiore non è messa male. Da sotto la maglietta si distinguono i pettorali e i muscoli delle spalle. Le braccia poi sono ben sviluppate, senza essere troppo gonfie. I miei occhi sono magnetizzati da una goccia di sudore gli sta colando lungo il bicipite. Sento la verga crescere. Cazzo, i jeans stretti sono una stronzata. Distolgo lo sguardo sperando che l'erezione passi. Se qualcuno dovesse guardarmi il pacco la noterebbe di certo. Proprio in quel momento la vecchia alle mie spalle si mette a cercare qualcosa nei sacchetti della spesa. Mi da uno spinta inaspettata e finisco a contro di lui. Per qualche secondo il pacco preme sul suo culo. La situazione è così imbarazzante che rimango paralizzato. Lui si volta e dice: "Non c'è problema tranquillo" Riprendo l'equilibrio cercando di evitare altri contatti. Forse non si è accorto di nulla. Ho il respiro corto per colpa dell'uccello strozzato nei jeans. La vecchia si scusa lamentandosi dei mezzi pubblici troppo affollati. Quando penso che sia tutto finito il ragazzo, cambiando posizione, si strofina contro di me. Questa volta è lui a scusarsi. La seconda volta che lo fa capisco che forse non è un caso. Mi guardo intorno per vedere se qualcuno lo ha visto ma l'autobus è troppo pieno. Decido di fare finta di niente, tanto scenderò tra poche fermate. Lui allunga la mano e senza voltarsi sfrega il dorso sul mio uccello. Non so cosa fare. Va avanti per qualche minuto, poi lo sento dire: "Abiti vicino ?" Si volta per un secondo e mi guarda. Ha un paio di occhi azzurri da mozzare il fiato. Senza pensarci premo il pulsante e in pochi minuti scendiamo da quel forno su ruote. Mi guardo intorno per capire dove siamo. Cazzo. Casa mia dista ad almeno un chilometro. Quando glielo spiego dice: "Ok, so io dove andare" Camminiamo senza parlare. Cosa sto facendo ? Incontro uno sull'autobus che mi fa la mano morta e io ? Gli vado dietro ? E' una roba da maniaci sessuali o da film porno. Ogni volta che sono sul punto di cambiare idea lo guardo. C'e' qualcosa nel suo aspetto che mi manda fuori di senno. Immagino di essere inginocchiato davanti a lui mentre gli succhio l'uccello. Ci fermiamo davanti a un vecchio palazzo. Mentre prende le chiavi dalla tasca dei bermuda decido di rompere gli indugi. "Scusa ma che intenzioni hai ?" Mi guarda. "Che intenzioni ho ? Voglio scopare e tu ?" Esito. Le cose stanno andando troppo velocemente e ho un pò di paura. "Di che ti preoccupi ? Sono maggiorenne e non ho malattie" Apre il portone. "Allora ? Hai cambiato idea ?" Al diavolo ! Quando mi ricapiterà un'occasione del genere ? Ho fantasticato per anni immaginando di fare sesso con uno come lui. "Ok" Lo seguo su per le scale. Il palazzo è conciato male. Dietro le porte di alcuni appartamenti si sente provenire della musica medio orientale e sulle pareti qualcuno ha fatto dei disegni con le bombolette spray. Arriviamo al quarto piano. Io sono fradicio di sudore. Si ferma davanti a una porta e la apre. L'appartamento è in disordine. Si toglie la maglietta e la butta a terra vicino all'ingresso, poi entra in cucina. La schiena è un fascio di muscoli. "Hai sete ?" Prende dal frigorifero due lattine di birra scadente e me ne passa una. Nel lavandino ci sono dei piatti sporchi. Mentre bevo non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Ha un fisico perfetto. I pettorali non sono troppo gonfi e sull'addome cesellato non c'e' un filo di grasso. Senza maglietta e con i bermuda un pò sotto la vita vedo il pube rasato. Finisco la lattina in pochi sorsi. "Ne vuoi un'altra ?" Prende un pacco da sei e si dirige verso una camera. "Abiti qui ?" Mentre attraversiamo il corridoio conto altre due stanze. "No, ci vengo ogni tanto" La camera è anche peggio degli altri locali. Scarpe da ginnastica buttate alla rinfusa e vestiti gettati un pò ovunque. Non ci sono letti, solo un materasso macchiato per terra. Si avvicina e mi slaccia la cintura. "Perché non togli lo zaino ?" Per tutto il tempo non mi sono reso conto di averlo ancora sulle spalle. Smetto per qualche istante di divorarlo con gli occhi e lo mollo a terra. Poi mi tolgo la felpa e la camicia. Non avendo nessun mobile su cui appoggiarle le butto a terra incurante della sporcizia. "Così va meglio" Mi accarezza i pettorali e l'addome. Lo fa con una certa soddisfazione. Continua ad accarezzarmi i muscoli saggiandone la consistenza. Avvicina il volto e non so se voglia baciarmi o cosa. Mi fissa per qualche istante e poi si inginocchia. Libera l'asta dai jeans lasciando che gli sventoli davanti alla faccia. "Cazzo. Lo hai il porto d'armi per questo ?" Sorrido. Sono piuttosto orgoglioso delle mie dimensioni. Scopre la punta e inizia a baciarla. Le labbra si chiudono sulla cappella. Mi afferra i fianchi facendo scivolare l'uccello nella sua bocca come se nulla fosse. Inizio ad ansimare. Ogni volta che tocco il fondo della sua gola trattiene il respiro e con la mano mi massaggia lo scroto. Lascia andare la verga e prende in bocca i testicoli sudati. Li succhia facendo schioccare le labbra. Sto per impazzire. Si rimette in piedi. L'erezione è così intensa da farmi male. Fa scivolare i bermuda a terra e li butta in un angolo. Guardo di sfuggita la sua nerchia semi eretta. Tra le gambe gli penzola uno scroto gonfio e un'asta di tutto rispetto. "Non togliere le scarpe" Lui fa cenno di aver capito. "Ok, spogliati" Non me lo faccio ripetere due volte. Mentre rovista tra le scarpe a terra mi siedo sul materasso e mi tolgo tutto. I miei occhi sono puntati sul suo culo, anzi sul suo buco. Non vedo l'ora di ficcarci dentro l'uccello. Mi passa un paio di Adidas simili alle sue, solo che queste sono verdi con le striscie gialle. Prendendole le inalo: odorano di sudore e sporcizia. Le metto allacciandole più strette che posso ma mi stanno un pò larghe. Si volta mettendomi il culo davanti alla faccia. Allargando le natiche serro le labbra intorno al buco. Lo lecco ignorando il sapore amaro. Lui geme spingendo il fondoschiena verso la mia faccia. Con la punta della lingua titillo la mucosa che si contrare. E' strettissimo. A furia di lavorarlo sento la bocca impastata, così ogni tanto bevo un sorso di birra per avere un pò di saliva. Lui è in estasi. Sento il buco cedere. Mi succhio il dito medio e con un pò di insistenza lo allargo. Bevo dell'altra birra mentre lui si lavora l'ano con le dita. Poi si sdraia accanto a me mettendosi a pecora. Mi inginocchio dietro di lui e appoggio la punta. Cazzo se è stretto. Faccio colare un pò di saliva sulla verga cercando di lubrificarla. Gli scappa un lamento. Esito per qualche istante. "Cazzo non fermarti" Insipiro profondamente e spingo. Provo una fitta allucinante. "Spingi !" Stringo i denti. La punta entra. Grida nel momento stesso in cui il buco si allarga. Mi fermo per riprendere fiato aspettando che il dolore passi. Cerco di puntellarmi con i piedi ma le scarpe alte me lo impediscono. Spingo di nuovo. Lui afferra il materasso stringendolo con forza. Allarga le gambe e tendendo i muscoli del retto cerca di facilitarmi. Nella foga perdo la presa sui suoi fianchi sudati, allora gli afferro le spalle. L'asta inizia a scivolare. "Oh cazzo.. oh cazzo.." Devo fermarmi un paio di volte ma alla fine tocco il suo fondoschiena con l'addome. Sento il retto contrarsi impazzito. Il sudore mi cola dalla fronte finendomi negli occhi. L'uccello è serrato in una morsa d'acciaio. Lentamente faccio avanti e indietro con il bacino. Ogni volta che mi ritraggo il retto si restringe per poi allargarsi di nuovo. Faccio aderire le coscie alle sue e tenendolo ben saldo aumento il ritmo. Lui ha il respiro corto, con una mano gli tengo una spalla e con l'altra gli accarezzo la verga. Ora che sono dentro di lui voglio durare il più possibile. Il suo respiro si fa pesante e improvvisamente la sua sborra calda mi finisce sulle dita. Il retto si contrae più volte mandandomi in estasi. Guardo la mano piena di sperma denso e senza pensarci me lo spalmo sul petto. Il tempo passa e non riuscirò a durare ancora per molto. Aumento il ritmo. Il rumore delle mie palle che sbattono contro il suo culo si alterna ai nostri gemiti. Lo sperma lentamente scorre lungo la verrga. Spingo a fondo più volte. Un brivido mi attraversa la schiena e come un vulcano erutto. Lo sento scorrere come un fiume in piena. Nello spasmo dell'orgasmo i miei movimenti diventano frenetici. Collassiamo uno sopra l'altro riprendendo fiato. Poi mi sdraio sul fianco e guardo il mio uccello. La cappella è scoperta e l'asta non ha perso consistenza. Lui si sdraia di lato senza parlare. Prende due lattine di birra e me ne passa una. Sedendoci a gambe incrociate iniziamo a bere. Mentre lo guardo il suo uccello sta tornando duro. Appoggio la birra e chinandomi verso di lui bacio la punta. Lecco la patina bianca che gli ricopre la cappella. E' un misto di urina e sperma secco. Lo sento crescere nella bocca. Lui continua a bere senza dire una parola. Ogni tanto alzo lo sguardo per vedere il suo fisico da paura. Il desiderio di essere nuovamente dentro di lui si fa sempre più forte. Prima però voglio sentire il sapore della sua sborra. Per non perdere tempo mi dedico alla punta. La cosa lo fa impazzire. Mi accarezza la schiena e poi appoggiandomi la mano sulla nuca spinge. Vuole che vada più a fondo. Lo lascio fare. La verga scivola nella mia bocca un pò alla volta. Poi senza alcun preavviso esplode. Lo sperma esce a fiotti. All'inizio riesco a ingoiarlo ma un suo movimento brusco fa scivolare l'uccello troppo in fondo e per qualche istante mi manca il respiro. Istintivamente mi ritraggo e parte della sborra mi finisce sul mento. Tossisco. Un mix di sperma e saliva gli cade su una scarpe. "Scusa" Non lo sto ascoltando, la mia eccitazione è alle stelle. Succhio la sborra dalle sue Adidas e poi lecco la parte alta delle scarpe. Il cuoio è salato. Mi rimetto seduto e lo fisso. Lui si sdraia sulla schiena. Gli rialzo il bacino e allargandogli le gambe guido la mia asta verso il buco. Appoggia le suole delle scarpe al mio petto. La punta entra con maggior facilità anche se sul suo volto appare una smorfia di dolore. Voglio vedere la sua faccia mentre lo fotto alla morte. Inizio a muovermi. Prima piano, poi sempre più velocemente. Il suo corpo lucido si inarca offrendomi il buco. I muscoli si gonfiano per lo sforzo e questo mi manda fuori di testa. Affreddandogli le caviglie cerco di tenerlo fermo. Grida e geme senza pudore. Appoggia le mani al materasso alzandosi a ponte. Devo tendere i muscoli per contrastare la spinta e in quella posizione il retto diventa stettissimo. Dopo un pò accuso la stanchezza. Lascio la presa sulle caviglie e afferrandogli le braccia e lo tiro verso di me. Nella torsione sento la verga che si stritola. Gridiamo entrambi. Si siede su di me. Appoggiando i piedi sul materasso e stringedo le gambe intorno ai miei fianchi, ora è lui a muoversi. Il suo uccello stretto tra i nostri addomi torna a crescere. I suoi occhi sono stravolti dalla libidine. Per la prima volta ci baciamo. E' un bacio umido e lungo. Mi succhia il labbro. In quel momento dal suo sesso esce un schizzo di sperma che mi finisce sull'addome. La mia cappella è diventata così sensibile che credo di sentire ogni irregolarità del suo culo. Il piacere diventa dolore. Cerco di sottrarmi ma lui afferrandomi le spalle non accenna a fermarsi. Gemo a lungo sino a quando lo sperma irrompe dentro di lui. Stringendo il retto lo tiene dentro finché non perde consistenza. Poi si sdraia di lato passandosi la mano sul buco ancora aperto. "Cazzo mi hai sfondato" Io mi sdraio cercando di riprendere fiato. Questa volta mi sento davvero spompato. Dopo lunghi minuti di silenzio sento la sua mano appiccicosa che mi tocca il linguine. "Sei una macchina da monta" Capisco che vorrebbe farlo di nuovo ma non ne sono in grado. Accarezzandomi il petto dove sono rimasti i segni delle suole, si fa più vicino. Ci baciamo. Fa aderire il suo corpo al mio e sento la sua verga contro il fianco. Forse vuole scoparmi. Ho la pelle appiccicosa e i capelli madidi di sudore. Prima preferisco riposare un attimo. Prendo la birra e la finisco. Lui mi guarda sorridendo. Forse ha capito. In poco tempo ci scoliamo tutte e sei le lattine, poi lui va a prenderne altre. Il caldo, la stanchezza e l'alcool si fanno sentire. Mi distendo e chiudendo gli occhi mi addormento.