Date: Fri, 13 Nov 2020 22:41:28 +0000 From: Angelo Lestat Subject: La disfatta di Venere 4 Caro lettore, questa è una storia di fantascienza erotica omosessuale. La storia contiene dominazione, umiliazioni, e sesso non consensuale. I personaggi appartengono a pianeti non terrestri. Nessuno di questi fatti è avvenuto realmente e nessuna violenza fisica si è svolta veramente. Ogni forma di violenza è sbagliata, e non è incoraggiata dall'autore di questo racconto. Il racconto è una mera fantasia erotica. Se ti piace questa storia e le altre che trovi su Nifty, dona qualcosa al sito (http://donate.nifty.org/), affinché questa fonte e archivio di nuove storie erotiche continui ad esistere. LA DISFATTA DI VENERE Capitolo 4: Bibi a scuola è bullizzato dai marziani Ed ecco, dopo che vi ho raccontato la storia del mio popolo e dei miei antenati, è giunto il momento di raccontare la mia storia. E' buffo che io provi ancora pudore, dopo tutto quello che mi è successo, a raccontare.. Ma facciamoci forza.. Allora, la mia storia è più spensierata di quella dei miei progenitori. Infatti, dopo l'ultima guerra marziana, è seguito un lungo periodo di pace. I marziani dominavano il sistema solare. Non c'era in vista altro popolo che potesse scalfirli. Noi venusiani ci siamo poco a poco abituati a essere sottomessi. La vita è continuata in pace. I marziani liberi e dominatori. Noi schiavi sottomessi a strumenti di piacere. Così, nel X1X0 sono nato io. Piccolo pargolo venusiano. Figlio di una schiava venusiana e del principe XZG WA. Se vi chiedete se hanno avuto un amplesso per generarmi, no, non è andata così. L'inseminazione è stata forzata, mio padre ha prodotto lo sperma dentro un bicchiere, e poi questo è stato inserito nella vulva di una schiava. Questa procedura è quella standard per la riproduzione degli schiavi, è consigliata dalle linee guida marziane per la riproduzione degli schiavi. Il 99% dei figli di schiavi sono prodotti in questo modo. Il restante avviene con procedure più contorte e umilianti, che variano in base al sadismo dei padroni. La riproduzione degli schiavi avviene una volta all'anno. Gli schiavi che partecipano al giorno della riproduzione sono sorteggiati a caso. Il numero di inseminazioni è deciso dal Ministero della Schiavitù. Il Min. della Schiavitù ogni anno redige il numero necessario di nuovi schiavi venusiani, in base alle esigenze della popolazione marziana e dei commercianti di schiavi. L'obiettivo è di avere un numero controllato di nascite al fine di mantenere in vita una popolazione perpetua di schiavi venusiani, che possano soddisfare le esigenze dei maschi marziani. Venusiani, una popolazione di schiavi figli di schiavi. Come dicevo, i genitori non si congiungono carnalmente, non avviene un atto sessuale, con penetrazione, passione, desiderio. Niente di tutto ciò. I due portatori di gameti inferiori, maschile e femminile, non si conoscono nemmeno e spesso non sanno chi è l'altro. Tutto avviene in modo sterile, senza contatto. "Nessuno schiavo venusiano può penetrare sessualmente un altro essere vivente, sia esso schiavo, animale, o essere umano." La punizione è la morte, l'evirazione, o la reclusione a vita nelle celle delle torture. In base alla clemenza della giuria. Questo è la prima legge degli schiavi venusiani e tutti gli schiavi la conoscono a memoria. La prima legge contiene anche il seguente corollario, che insegnano alla scuola per schiavi: "Ogni schiavo venusiano prova piacere concedendo il proprio corpo all'organo sessuale maschile marziano". E una definizione: "Il ciondolo che portano in mezzo alle gambe gli schiavi marziani non è un organo sessuale, ed è definito: pseudo-pene". Ricordare queste leggi, mi fa tornare in mente i giorni della scuola, quando sognavo le ragazze, i primi amori,e le prime inculate, che male le prime volte,.. O suprema Maat, o sommo imperatore di Marte, che ne sapevo allora delle privazioni e delle rinunce della schiavitù, della castità, del sapore dello sperma. Ma basta leggi e basta ricordi.. ho perso il filo.. Dicevo, nessuno schiavo venusiano può rifiutare di concedersi al cazzo marziano e a ogni venusiano maschio è fatto divieto assoluto di usare l'organo sessuale con funzione penetrativa. Esatto, ecco. Questa cosa all'inizio della pubertà mi ha fatto assolutamente flippare il cervello, perché volevo infilare il cazzo in ogni buco. Ma poi a furia di bastonate, frustate sul culo e altre terribili punizioni ( i marziani hanno inventato molti modi fantasiosi per punire i loro schiavi), ho rinunciato a usare il mio pene. Anzi ormai spesso lo tengo intrappolato in una specie di gabbietta con la chiave, così da evitare tentazioni. Il mio padrone Max, che è l'abbreviazione di Magister Tiberius Maximus, mi invita a tenerla a lungo e mi piace quando mi guarda con aria soddisfatta mentre mi scopa da ingabbiato. Ma sto ancora divagando.. il discorso iniziale era la mia nascita.. Quindi sono nato così, da una provetta inseminata da due schiavi. Nonostante questa umile procedura, uno dei due schiavi era di stirpe reale, e così lo sono anche io. Questo non ha cambiato molto il favore della mia situazione, anzi forse lo ha peggiorato. Negli anni dell'apprendimento, infatti, ero preso di mira da tutti gli educatori marziani che mi hanno seguito. Forse, volevano togliermi dalla testa eventuali mire di una nuova emancipazione. Fatto sta che ogni scusa era buona per umiliarmi e abbattere il mio amor proprio. Da piccoli andavamo a scuola, nella scuola per Pre-schiavi. Là ci hanno insegnato che la schiavitù è giusta e che dobbiamo dare piacere. Per farci capire il nostro ruolo, ci facevano incontrare con altri bambini marziani. In quelle occasioni dovevamo sottometterci a loro, se mancavamo di farlo, eravamo puniti. Gli altri bambini marziani ben presto hanno capito che potevano approfittarsi di noi e ce ne facevano di tutti i colori senza essere mai puniti. Era una sorta di bullismo, solo codificato e riconosciuto socialmente. Così andava avanti dalle elementari fino al liceo. Nonostante questi soprusi, ora ricordo questi anni come anni felici. Infatti fino alla minore età non eravamo ancora riconosciuti come schiavi, non eravamo incatenati, e non avevamo un padrone. Il nostro destino era già segnato ma ancora eravamo liberi di andare in giro, studiare e parlare con altri "pre-schiavi" come noi. A quel tempo però non potevamo capire quanto fossimo fortunati, e invece invidiavamo i nostri compagni marziani. Ricordo la cosa che mi faceva rodere di più, era quando vedevo i ragazzi marziani, zaino in spalla, con l'uniforme della scuola, appoggiati alla loro auto nuova fiammante che limonavano con le ragazze venusiane. Ci davano giù di lingua e le toccavano tutte, tette culo, così per strada davanti al portone di scuola. Loro erano i King. Potevano fare ciò che volevano. Noi che passavamo testa china, a dare una sbirciata veloce senza essere colti. Per noi le venusiane erano inaccessibili, terreno proibito. Si racconta che chi ha provato gli sia stato staccato il pisello, altri sono stati torturati a vita, rinchiusi in segrete. Mai avvicinarsi a una femmina venusiana, questo è noto a ogni adolescente venusiano. E' la prima legge. Le marziane poi, nemmeno ce lo sognavamo.. e così, era tutto un menare piselli la sera a letto. Per fortuna quello non era ancora proibito per noi. Però umiliante. Ricordo una mattina, stavo andando a scuola, e vedo davanti a me, sul marciapiede, una cippia che si scambia effusioni. Jack, abbreviazione di Jacob Summus, un giovane ragazzo marziano, si stava limonando Xibi, una bella e procace venusiana 17 enne. Jack le stava palpando bene il culo a pelle, da sotto la gonna. Invidia, paura, curiosità. Frutto proibito per me. Affretto il passo, sperando che non mi vedano. Lui, cazzo ritto nelle mutande, lingua in bocca a Xibi. Sente il rumore dei miei passi, mi vede, riconosce che sono uno schiavo - Giorno fortunato, una preda per divertirsi. - E' un bullo, ha voglia di mostrare il suo potere. Mi fa, "Hey tu, coglione, vieni qua". Vorrei scappare lontano, ma mi guardo bene da disubbidire a un ordine marziano. Mi squadra. Mi riconosce, sono il principe-schiavo. Accanto a lui c'è Xibi, anche lei mi riconosce, ma non da cenno di curarsene, ha un marziano vicino, tutte le attenzioni sono per Lui. Jack ha ancora una mano saldamente sul culo di Xibi. "Guarda chi c'è, il principe... " dice alla ragazza, guardandomi, poi si mette una mano sul pacco, ".. principe di sto cazzo!" si impugna saldo l'uccello e ride. Vorrei dargli un pugno, ma chino la testa. Anche la ragazza ride. Lui, fa un mezzo sorriso. "Guardami pre-schiavo", questo è il nostro nome ufficiale. Alzo la testa. Lui mi guarda negli occhi. Poi si guarda le scarpe. Poi mi guarda di nuovo. "Baciami i piedi, pre-schiavo". Una pausa, poi aggiunge. "Ora". Gelo. Xibi è sempre stata un mio sogno erotico. Non posso umiliarmi così davanti a lei. Ma non ho altra scelta. Mi inginocchio sul terreno umido. Piego il busto in avanti. Appoggio le mani a terra. Avvicino il volto alle sue scarpe. Sono belle, nuove, sgargianti. Le guardo con ammirazione. Le mie sono vecchie, logore, scialbe. Avvicino le labbra. Lui mi guarda con sguardo sardonico. Ma io non posso vederlo, lo immagino. Xibi sorride, lo stringe a se. Le mie labbra toccano le scarpe. Sento il freddo sulle labbra, il tessuto ruvido, l'umidità. Ho l'istinto di ritrarmi, ma so che il bacio deve essere pieno, sostenuto. Il mio aguzzino deve avere la sua soddisfazione. Tengo premute le labbra alla scarpa. E' un tessuto resistente, potrebbe essere fatto con montone di Troll dei Monti Azzurri, un tessuto pregiato. Quanti secondi sono passati? Dovrebbero bastare, stacco le labbra, alzo il busto. "L'altro piede, pre-schiavo" il mio compito non è finito, abbasso nuovamente il busto, le labbra toccano di nuovo il freddo tessuto. Lo scalderò con il respiro. Spero che nessuno mi veda così, inginocchiato in mezzo alla strada. Ma la mia agonia non è finita. Jack alza un piede, solleva la suola da terra e me la indica "Hai dimenticato un punto, pre-schiavo". Cazzo, lo sapevo, vuole che baci anche la suola, con quella ci passa ovunque, sarà zozza di ogni merda di cazzo di schifezza. Merda. Non ho scelta. "Anzi, questa non è molto pulita mi pare, meglio che gli dai una pulita, tira fuori la lingua e dagli una bella passata, pre-schiavo". Così mi sono ritrovato la sua lurida suola puzzolente sulla lingua e poi cose grumose, non so cosa in bocca. E io glu glu, Non ci pensare. Meglio non sapere cosa è. Lui rideva e mi insultava. Poi mi ha spinto lontano dal piede. "Frocio di merda, levati dal cazzo, lecchi la merda, coglione" Mi ha dato un calcio. Mi sono allontanato in fretta. Lui si è rimesso a limonare la tipa. Queste erano le mie giornate tipo a scuola. Per noi pre-schiavi sempre meglio stare lontani dai giovani marziani. Ogni occasione infatti era buona per loro per divertirsi a nostre spese.